Francesco Baldi
@f_baldi_
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Di giorno, ricercatore ENEA; di notte, attivista di Volt Bologna.
Joined July 2021
Allora, chiaramente se cominciamo a bloccare tutti i progetti di rinnovabili, servono fossili e nucleare. Forse è a questo che mirano gente come Chicco Testa e l'Avvocato dell' Atomo?.
nytimes.com
The order to stop construction on Revolution Wind off the coast of Rhode Island is part of a campaign against renewable energy.
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A proposito di gente che parla a sproposito di cose di cui non capisce nulla, ricordiamoci tutti con sommo divertimento che per Michele Boldrin l'isolamento termico degli edifici si fa con l'eternit (materiale in disuso da decenni visto che, contenendo amianto, è cancerogeno).
Ciao "architetto e dottorando". Tu che invece "sai le cose" verresti a spiegarcelo come funziona questa storia dei due grafici?. Perche', sai, qui se s'impazzisce e' piu' che altro per l'eccesso di risate dirette al tuo vate. Ma tu, sicuro e sapiente come sei, potresti.
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È scritto chiaramente, sia nel 🧵 che nell'articolo, che c'è una grossa differenza tra gli incentivi del conto energia, vecchio di più di 10 anni e che ha ancora un costo rilevante, e quelli più recenti, che secondo dati ARERA hanno costi negativi. Però bisogna saper leggere.
@KersevanRoberto @sanfi25 @LucaAterini @f_baldi_ @Greenreport_it @ErasmoDAngelis @FranFerrante @GiaSilvestrini @gonufrio @g_rizzo76 @erealacci @stef_fracasso @ReRebaudengo @MgMidu @MicGovernatori Io per principio non apro mai i link ai loro articoli perché mi rifiuto di dare loro da campare, ma mi sono imbattuto in questo assurdo thread che lo riassume. Si dimentica solo di dire che quegli incentivi li paghiamo ancora oggi in bolletta e lo faremo per altri anni 👇
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Ridurre il costo dell' energia si può fare, anche in Italia, anche in tempi brevi. Passa da un aumento delle installazioni di impianti rinnovabili. Ma passa soprattutto da scelte politiche (e non solo) accorte, che abbiano davvero come priorità il benessere dei cittadini.
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Affinché il demand response si possa realizzare su ampia scala. In particolare, serve incentivare gli energivori a farne uso (lì si concentra il maggior potenziale). Facciamolo.
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5. Demand response. Ci sono tantissime tecnologie e soluzioni per adattare la domanda alla produzione rinnovabile, soprattutto (ma non solo) a livello industriale. È una soluzione che ha un potenziale enorme, ad oggi per lo più inespresso. Serve il giusto contesto normativo. .
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4. Contratti diretti. I CFD ormai li conosciamo, e sappiamo che se fatti bene funzionano. Serve più spazio per i PPA, gli accordi diretti tra produttori rinnovabili e consumatori. @ReRebaudengo lo ha spiegato bene su Greenreport, leggete direttamente lui!.
greenreport.it
Nel dibattito pubblico emerge carsicamente il problema di disaccoppiare in qualche modo il costo dell’elettricità – che sarà sempre più generata da fonti rinnovabili, le più economiche per farlo – da
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Di NIMBY ed evitare la grande perdita di tempo che sono i ricorsi dei comitati locali, senza rinunciare ai fondamenti della nostra democrazia. Bisogna parlare, dialogare, costruire insieme. È difficile e faticoso, ma si può fare.
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3. Coinvolgimento della cittadinanza, soprattutto nei grandi progetti. Non solo i benefici devono essere ridistribuiti anche con chi abita vicino agli impianti, ma i cittadini dovrebbero essere coinvolti fin dall'inizio nei progetti. Solo così si può sperare di ridurre fenomeni. .
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Stabilità normativa. Le aste per i grandi impianti fotovoltaici in Germania mostrano la strada: le uniche ragioni che spiegano tariffe concordate più basse dove c'è meno sole sono quelle legate a un contesto normativo più stabile ed efficace.
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2. Più stabilità normativa. Incentivi come FER-2 e FER-X si sono fatti aspettare per anni. Anche il decreto aree idonee è arrivato molto in ritardo (e poi faceva pure schifo). Perché le aziende del settore possano operare in modo efficiente e programmare servono chiarezza e. .
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Significa più impianti, quindi più energia a basso costo a disposizione per il sistema.
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Quindi tutto a posto? Ovviamente no, perché i prezzi dell' energia elettrica non sono crollati, e dipendiamo ancora tanto dal gas (e dalle sue emissioni). Nell' articolo mi permetto di proporre cinque possibili soluzioni per affrontare il problema.
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2016. Giudicare oggi le rinnovabili sugli incentivi di 10 anni fa, quando ci sono a disposizione dati molto più recenti, è al meglio stupido e al peggio disonesto.
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Quindi quando leggete "eh ma le rinnovabili stanno in piedi solo grazie agli incentivi" si tratta di una falsità becera. Certamente questo era vero per quanto è stato installato grazie al Conto Energia, ma questo è un meccanismo incentivante a cui non si può più accedere dal. .
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Dall' altro, gli "incentivi" assegnati negli ultimi anni (dal 2018 in poi), pur garantendo introiti sostanzialmente costanti ai produttori, hanno addirittura avuto un costo negativo per lo stato, soprattutto quelli al fotovoltaico
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Partiamo dalla cosa forse più importante: il disaccoppiamento sta già in parte avvenendo. Da un lato, le fonti rinnovabili sempre di più provocano un abbassamento del costo dell' energia elettrica sul mercato del giorno prima (soprattutto in primavera, soprattutto nel WE).
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Sempre più spesso si parla di come ridurre i costi dell'energia elettrica e di come disaccoppiarne il prezzo da quello del gas. Spesso a sproposito, purtroppo. In questo articolo su @Greenreport_it ho voluto dire la mia. Ne riassumo i contenuti in un breve 🧵.
Più rinnovabili per ridurre i costi dell’energia elettrica? Sì, in cinque punti. Ps: dal 2018 coi nuovi "incentivi" sono stati gli impianti a versare soldi allo Stato, non viceversa. L'editoriale di @f_baldi_ oggi su @Greenreport_it .
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RT @LucaAterini: Più rinnovabili per ridurre i costi dell’energia elettrica? Sì, in cinque punti. Ps: dal 2018 coi nuovi "incentivi" sono s….
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