Johannes Bückler
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"Finiremo tutti colpevoli per non aver capito che i mali grandi e irrimediabili dipendono dall’indulgenza verso i mali ancora piccoli e rimediabili” (V. Foa)
Joined January 2012
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Basta così, Johannes. Hai parlato poco delle mie riforme, dobbiamo rimediare. Dopo la distribuzione della terra in parti uguali decisi di fare la stessa operazione con i beni mobili. Incredibile a dirsi, molta gente si oppose. Ma io “li aggirai per altra via”. Alla prossima.
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«Accidenti. Consegnavate loro un solo mantello che doveva durare almeno un anno. Per forgiare la loro resistenza gli anziani li picchiavano con bastoni. L’istruzione? Il minimo necessario, solo saper leggere e scrivere. Già. “Spartano” sinonimo di austero, severo, inflessibile»
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Per loro era lecito rubare per fame, certo. Ma dovevano assolutamente farla franca. Nel caso l’onore era massimo. Guai invece a venire beccati. Pene severissime per i ladri malaccorti. Dormivano su letti fatti di canne. E si lavavano raramente. A 12 anni via la biancheria.
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«A sette anni venivano tolti alla famiglia per essere inseriti in compagnie di tipo militare. Vita comune, disciplina severissima, mangiare quanto basta per restare in vita. Carne pochissima. Com’era quella storia che erano autorizzati a rubare?»
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Vissuto circa 600 anni dopo le Termopili. Io so che alla nascita le donne spartane immergevano il bambino nel vino. Si pensava che i bambini gracili ed epilettici iniziassero ad avere convulsioni dopo essere stati inzuppati. Mentre temprava il fisico ai bambini forti e sani.
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«Gli spartiati erano proprietà dello Stato. Alla nascita ogni neonato veniva giudicato da un’apposita commissione di anziani. Se era di costituzione sana e robusta aveva diritto alla vita. Se era gracilino e malato veniva gettato in una voragine del monte Taigeto. Così Plutarco»
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Gli Iloti versavano agli spartiati quanto serviva loro per vivere e far fronte ai loro impegni. Al mio arrivo le terre erano di proprietà di pochi. Distribuii un pezzo uguale a tutti gli spartiati sperando in una parità economica, anche se la terra non rendeva lo stesso per tutti
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«SO che gli spartiati dovevano dedicarsi sollo all’arte della guerra. Non potevano fare i commercianti, lavorare la terra o intraprendere qualsiasi attività. Però veniva assegnato loro un appezzamento di circa 15 ettari. Che veniva però coltivato dagli Iloti»
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Sì, la casta militare. Che perdeva ogni diritto solo non rispettando alcuni obblighi. Come versare contribuiti per allestire i sissizi, ai quali erano obbligati a partecipare. Come cos’erano i sissizi? Erano i banchetti dove gli spartiati si abbuffavano di “brodo nero”.
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«Opinioni. Anche se non bisogna certo guardare l’aspetto di una città per valutare la forza, il coraggio e il valore morale dei suoi abitanti. Parlami di com’era organizzata la società spartana. Il potere a Sparta era gestito dalla casta degli Spartiati. Spartiati per nascita»
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Un immobile serve forse per prendere decisioni importanti? Li metti dentro un edificio e questi invece di prendere decisioni si mettono a guardare le statue, i quadri e quanto sono belle quelle colonne. No. Solo all’aperto. E al diavolo opere edilizie e abbellimento della città.
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«Lo so. Poi c’era l’Apella composta dagli spartiati che avevano compiuto 30 anni. La Gerusia, con i due re e 28 spartiati anziani, e l’Eforato, la magistratura composta da cinque membri eletti dall’Apella. Toglimi una curiosità. Perché le assemblee sempre e solo all’aperto?»
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Dai, ho messo in piedi un’organizzazione perfetta per solidità e semplicità che venne chiamata “Kòrmos”, ordine per eccellenza. In forma piramidale si reggeva tutto su quattro pilastri. La prima era la monarchia, o meglio la diarchia, visto che il potere era in mano a due re.
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«So tutto Licurgo, e so anche che quel legislatore è qui di fronte a me. Sei tu il “responsabile”. Anche se ancora non ho capito se sei un essere umano o un dio. Se sei esistito o sei una leggenda. La chiamano la “Costituzione di Licurgo”, quindi prendiamo tutto per buono».
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Con nuove leggi, nuove regole, per dedicarci completamente all’arte della guerra. Siamo stati unici in questo. Ci voleva però un regime di vita del tutto nuovo. Per questo fu richiamato in patria un legislatore che prima di tornare si recò a Delfi, per consultare l’oracolo.
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«E iniziarono i problemi. 8.000 Km quadrati e 250.000 messeni ridotti in schiavitù. O quasi. E Sparta doveva controllarli con soli 10.000 guerrieri. Avevate vinto, ma essendo una minoranza, in pratica eravate assediati. E foste costretti a rifondare la società spartana»
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Ci fu un’esplosione demografica e gli spartani furono costretti a cercare nuove terre. A “conquistare” nuove terre. Come Messenia, terra di agricoltori. Con diversi giacimenti di ferro. Fu una lunga guerra, durata quasi un secolo, ma alla fine gli spartani ebbero la meglio.
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«Poi più niente. Dal VII secolo a.C. in poi non è stato trovato nessun segno di arte, poesia, ceramiche, bronzi. E’ come se a un tratto gli spartani avessero smesso di dedicarsi a ogni lavoro artistico. Quella brusca interruzione coincide esattamente con le guerre Messeniche»
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Vero. Ho capito dove vuoi arrivare. Per 400 anni Sparta fu il centro religioso, politico e culturale dell’intera Laconia. Arte e musica, la poesia di Alcmane e l'ateniese Tirteo, il poeta deforme, zoppo e orbo. Specializzati in ceramiche pregiate e lavorazione del bronzo. Poi…
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«Sparta mi ha sempre appassionato. Eravate diversi da tutte le altre genti. Nell’organizzazione politica, nei costumi, nell’economia, in ogni aspetto della società. Una realtà esclusiva. Fondatori sì, ma in una terra occupata. In pratica dei conquistatori residenti»
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