Vivere in un paese in cui ogni due anni devi andare a fare i rilievi dattiloscopici, ogni due anni ti scade la tessera sanitaria insieme al permesso di soggiorno (e quindi devi perdere tempo ad andare in questura, all'ausl, di qua di là).
Ieri ho ricevuto molte risposte al tweet con cui annunciavo il fatto che lo Stato mi ha gentilmente concesso la cittadinanza italiana del tipo "ah, capirai" "ma chi te lo fa fare?" "Io non avrei giurato" etc.
Capisco il vostro punto, amici. Ma vi dico un paio di cosette.
In un paese che ti chiede costantemente di dimostrare che sei una persona per bene e parte dalla base che non lo sei. Che ti fa pagare le tasse ma non ti fa votare e fa girare le campagne elettorali sul punto "puoi esistere, tu immigrato, o non puoi esistere."
Questo per parlare solo delle contingenze pratiche e sono le prime cose che mi vengono in mente.
Ah, poi i soldi. A me partivano 250 euri ad ogni rinnovo. Il nodo è questo amici miei. Capisco il vostro punto, ma parte da una posizione di privilegio.
Non mi addentro su cosa senti ogni volta che entri negli uffici immigrazione e tutte le robe. Per cui sì, è un bene. Ed è una cosa che va estesa a più persone possibile. Ed è assurdo, ASSURDO, che ai ragazzi cresciuti qui tocchi questa ridicola trafila.
@FatjonaLamce
Fra l'altro il permesso di soggiorno, ora che arriva, mi dicono che passano mesi e mesi e quindi di fatto dura un anno e mezzo e non due.